I crescenti casi di Coronavirus CoVid-19 stanno portando le aziende a chiedere ai propri dipendenti di effettuare lo smart working, ovvero la possibilità di lavorare da casa tramite la tecnologia. Questo è anche dovuto a una direttiva ufficiale del Dipartimento della Funzione Pubblica che invita le persone, soprattutto per soggetti con patologie pregresse che potrebbero peggiorare con i contatti con altre persone nei mezzi pubblici, a effettuare riunioni e convegni in modalità telematica.
Secondo Eurostat i dipendenti italiani che potrebbero lavorare da casa sono circa 8 milioni 359 mila, inclusi manger e professionisti. Alcuni di questi potrebbero fruttare lo smart working solo occasionalmente per motivi logistici. Questi costituirebbero comunque 1 milione e 758 mila, un quarto si tutti gli italiani con un mestiere compatibile.Mentre in Europa potevano lavorare da casa nel 2018 11,6%, 8,7% considerando chi solo occasionalmente e il 2,9% stabilmente. In Italia è solo il 2%, rispetto al 20,2% del Regno Unito o 16,6% della Francia, per citare due nazioni abbastanza vicine.
I vantaggi dello smart working
Lo smart working può essere utile in varie occasioni, non solo in caso di emergenze come questo Coronavirus. Secondo i dati di Variazioni una azienda di 100 dipendenti può risparmiare fino a 200 mila euro l’anno grazie alla riduzione di erogazione di buoni pasto, indennità di trasferta e altro. Il 95% dei dirigenti ha affermato che tramite lo smart working hanno raggiunto tutti gli obiettivi, mentre l’81% dei lavoratori ha dichiarato che aumenta la concentrazione e il lavoro in team diventa più efficiente. Po il lavoratore ottiene anche un guadagno economico sulla busta paga per gestire autonomamente la propria presenza sul posto di lavoro. C’è poi un risparmio di 62 km al giorno, che diventano 2400 Km ogni anno,e una riduzione della CO2 di 270 chili.
Errori da evitare
Secondo alcuni esperti informatici ci sono diversi errori, più o meno gravi, che possono essere fastidiosi durante lo smart working. Questi sono alcuni:
- E’ necessario utilizzare un software facile da installare, mantenere e soprattutto utilizzare. Il sistema deve essere user-friendly, anche per un utente “analogico”, osserva Steve Osler CEO di Wildix;
- Utilizzare strumenti non professionali durante il smart working è un errore da evitare. Per esempio un dispositivo audio professionale accelera la produttività riducendo le interruzioni, dichiara Luca Barbarossa Regional product Marketing Manager di Jabra.
- Secondo Osler un altro errore è utilizzare un sistema che non comunica con i software gestionali dell’azienda, comportando una perdita di tempo prezioso;
- Acronis, importante azienda informatica, produttore di Acronis True Image oggetto della mia recensione,spiega che al di fuori del network aziendale si è più soggetti ad attacchi hacker.